Il Territorio

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Il territorio della provincia di Piacenza, lambito dal fiume Po, è conosciuto a livello nazionale e internazionale per la qualità e unicità dei suoi prodotti tipici enogastronomici. I vini doc dei colli piacentini sono il loro naturale accompagnamento e completamento.

La viticoltura piacentina affonda nella storia le sue radici di tradizione. E’ infatti con la venuta dei Romani che si trovano nel territorio, lungo la Val Nure e la Val Trebbia, a Statto, testimonianze di resti di vasi vinari utilizzati per la conservazione e l’invecchiamento del vino.

In epoca medievale, attraverso l’opera dei conventi monastici continua a crescere la vocazione viticola del territorio piacentino e attraverso vari documenti ci arriva la testimonianza dell’eccellenza raggiunta.

Alcuni documenti riportano l’interesse suscitato dal vino piacentino ai tempi di Papa Paolo III Farnese, dove citata è la preferenza per “quello di Castell’Arquato”.

Oggi la viticoltura piacentina copre all’incirca 6.000 ettari di territorio collinare, caratterizzato da un clima alquanto uniforme. Molto variabile è invece l’orografia del territorio che consente di sfruttare le differenti altitudini ed esposizioni dei versanti come fattori climatici condizionanti la qualità delle uve.

Se a ciò si unisce l’ampia gamma di suoli coltivati a vite, da molto argillosi a franco-limosi, da fortemente calcarei e alcalini a decarbonatati e sub-acidi, si comprende come tutto ciò contribuisca a rendere le colline del Piacentino un territorio interessante per la viticoltura, nel quale possono emergere nicchie di vocazionalità verso un particolare vitigno o una particolare tipologia di vino.

I veri principi della viticoltura piacentina sono quattro: Barbera e Croatina, ad uva rossa, Malvasia di Candia aromatica e Ortrugo, ad uva bianca. A questi si uniscono Trebbianino e Moscato che trovano principalmente impiego per la creazione di blend in uvaggio con Malvasia e Ortrugo.

Il Barbera è sicuramente giunto nel Piacentino dalla sua terra di elezione, il Piemonte centrale: è un vitigno generoso che fornisce un prodotto di elevata qualità se coltivato negli ambienti a lui più vocati: altitudini contenute, buone esposizioni, suoli a moderata fertilità.

La Croatina, che localmente viene chiamata Bonarda, è un vitigno dall’origine tuttora sconosciuta ma antichissima.

I suoi grandi grappoli che, se ben maturi, sono sempre ricchi di zuccheri, permettono di produrre un vino rosso di corpo moderato ma con un bel colore violaceo e grande ricchezza di aromi fruttati. Per queste sue caratteristiche la Croatina ben si presta anche ad essere utilizzata in uvaggio con altri  vitigni: insieme al Barbera da infatti origine al più conosciuto dei vini rossi doc dei colli piacentini, il Gutturnio.

Le colline piacentine sono inoltre il territorio di elezione della Malvasia di Candia aromatica. Nella tradizione piacentina con la Malvasia si elaborano vini bianchi semisecchi o secchi, in genere frizzanti, oppure vini dolci frizzanti o passiti da dessert.

L’Ortrugo infine è un vitigno che sino agli anni ’60, veniva utilizzato esclusivamente come vino da taglio insieme ad altre varietà e quindi coltivato in bassa quantità. In seguito alcuni oculati viticoltori, convinti che questa varietà vinificata in purezza potesse fornire un buon vino, iniziarono a costituire vigneti monovarietali. L’Ortrugo fornisce un mosto neutro, con discreti contenuti zuccherini e aromi agrumati e di pera.

Con esso si elaborano vini bianchi secchi, frizzanti o spumanti piacevoli, beverini che vanno a inserirsi in un settore del mercato alternativo a quello della Malvasia.